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Il 7 gennaio ricorrono esattamente 30 anni da quando, all'International Winter Consumer Electronics Show situato nella sfavillante Las Vegas (Nevada, USA), fu presentato alla stampa specializzata il primo prototipo di quello che sarebbe diventato il computer più famoso e più venduto di tutti i tempi.
Il 6 giugno il C64 venne presentato al pubblico all'International Summer Consumer Electronics Show di Chicago (Illinois, USA) e messo ufficialmente in vendita al prezzo incredibile di 595 dollari (che considerando le caratteristiche tecniche e soprattutto i costosissimi 64 KB di RAM era un prezzo straordinariamente basso).
In Italia bisognerà attendere lo storico SMAU alla fiera di Milano il 17 settembre per poter vedere il C64, importato dalla Re.Bit (che tra gli altri si occupava anche dello Spectrum). La Commodore Italiana S.p.A. sarebbe arrivata circa 6 mesi più tardi mettendo il C64 in vendita al prezzo di 973.500 lire (che diventerà via via più basso nel corso del tempo).
Il C64 comunque entrerà nelle case degli italiani, soprattutto dei giovani, avvicinandoli all'informatica e permettendo quella rivoluzione tecnologica che aveva fino ad allora tenuto i computer lontani dalle case e confinati alle grandi industrie e ai centri di ricerca.
A distanza di 30 anni è davvero incredibile tutto quello che è stato fatto col C64 e con le sue periferiche, io stesso mi stupisco del DC2N e degli altri millemila accessori (alcuni fortunati, altri meno) nati in tutti questi anni.
Difficile fare una top ten dei giochi migliori, posso dire che sicuramente tanti hanno fatto grande questa piccola grande macchina, nell'epoca d'oro potremmo citare la Epyx, la Ocean, la Firebird, la US Gold, la System 3 e la Psygnosis. Essendo un musicista mi piace anche citare il mitico SID, uno dei chip più innovativi di sempre, creato da Robert "Bob" Yannes nell'arco di soli due mesi. La lista dei musicisti del SID è davvero sterminata (basti vedere l'elenco sul meraviglioso archivio della High Voltage SID Collection), da parte mia posso citare Martin Galway, Matt Gray, Chris Huelsbeck, Chris Abbott, Mark Cooksey, Rob Hubbard, Jeroen Tel, e il mio preferito di sempre: Ben Daglish.
Sono orgoglioso di aver dato, negli anni, il mio piccolo contributo con i dump (contributo che ancora è lontanissimo dal finire), e di aver contribuito a preservare per sempre una piccola parte di ciò che è stato fatto per questa macchina.
Perché una macchina che di base aveva 64 KB, 16 colori, 3 voci audio su un canale mono, 8 sprite su schermo ci ha fatto sognare per 30 anni e sono sicuro ci farà continuare a sognare per altrettanto. Mi dispiace che le nuove generazioni non possano comprendere cosa possa essere stato il C64, non solo per noi ma anche per il mondo intero a livello di rivoluzione tecnologica, loro hanno vissuto in un mondo dove questo era già dato per scontato e succedeva lo stesso con noi con le cose già create prima. Ma il C64, tanto in Italia quanto nel mondo, è stato, è e sarà sempre il simbolo dell'entrata nelle case dell'informatica. Certo, c'era stato il Vic20, ci sono stati il C16 (e parlo da fiero sedicista che ritiene il C16 tutt'altro che un errore), il Plus/4 e c'erano le macchine non Commodore, tra cui vanno annoverate perlomeno lo Spectrum e l'Amstrad CPC che erano i diretti concorrenti del C64.
Loro sono entrati nella storia. Onore e rispetto a loro, a chi li ha usati e chi li ha posseduti.
Il C64 però non è storia, è leggenda. Perché solo una leggenda può vendere più di 17 (fonte wikipedia) o 30 che siano (fonte Gab72 che cita il Guinness book of records 2003) milioni di esemplari.
Lunga vita al Commodore 64.
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