Dump eseguito a sei mani, ringrazio ancora rainstorm e arkanoid3000. Le vicissitudini occorse durante questo dump sono riassunte in questo topic :
http://www.edicolac64.com/public/smf/index.php?topic=1152.0Elenco dei giochi :
01 - Alberto Sorrio Il relitto misterioso
02 - Rex Wright L'agente impazzito
03 - Haakon La contea di Erik
Alberto Sorrio Il relitto misterioso (lato A)Il porto era affollato di imbarcazioni di ogni genere; sotto la luna si stagliava l'elegante profilo dell'Esmeralda, il cutter con cui il capitano Alberto Sorrio portava i suoi clienti in giro per il mondo. Poiché non era in mare né preso da una delle avventure in cui regolarmente andava a cacciarsi, il capitano Sorrio sorseggiava un boccale della solita birra, sulla terrazza dell'unica taverna del porto di Salinas, dondolando nell'amaca mossa leggermente dalla brezza. Al suo fianco il fido Roho, amico e compagno d'avventure, dormiva profondamente e la sua carnagione scura lo faceva confondere con r'oscurità'. Sorrio stava fantasticando, mentre i suoi occhi vagavano sul profilo distante dell'isola Piata, poco distante dal capo S. Lorenzo, e progettava di tornare ad Ancon il mattino seguente, dato che l'atmosfera lì a Salinas era un po' spenta. Si alzò dall'amaca ed entrò nella taverna del francese Patrick, scansando una coppietta che si esercitava in rumorose effusioni nell'angolo più buio della terrazza, nella speranza che un altro boccale di birra gli avrebbe ispirato pensieri più produttivi; all'interno c'era la solita confusione e Patrick piroettava dietro il suo scassato bancone. Mentre gli si avvicinava, notò due figure fuori posto tra fli sbandati che a quell'ora erano ancora in piedi: due "gringos", che il suo naso fino identificò subito per americani, parlottavano con un marinaio vicino all'ingresso della taverna, e dai gesti di quest'ultimo, sembravano alla sua ricerca. Non ricordava di avere conti in sospeso con la giustizia, almeno in Nord America, e così finse di ignorare quel movimento, attendendo gli eventi. Patrick capì al volo e nell'allungargli la birra, accennò con la testa alla solita uscita di emergenza, la finestra che dava sulla baia. Non era la prima volta, infatti, che gli strascichi delle sue avventure costringevano Sorrio a... ritirate strategiche. Con i nervi tesi ma all'apparenza calmissimo, egli prese il boccale guardandosi attorno; gli stranieri venivano verso di lui tra la calca. Quando gli furono dinanzi, quello dei due che sembrava comandare disse: "Il capitano Sorrio?"; "Dipende", rispose il nostro, "Cosa volete da lui?" "Sono il professor Mike Simonsen", riprese lo sconosciuto, "e questo è il mio collega Peter Shaw; stiamo cercando una barca che ci porti 25 miglia al largo e che possa imbarcare la nostra strumentazione e gli altri membri del nostro gruppo. Sapete, si tratta di una spedizione di ricerca finanziata dal dipartimento di Storia Contemporanea dell'Università di New York. Cerchiamo... ma forse è meglio che ne parliamo in un luogo più tranquillo". Alcune ore dopo, l'Esmeralda era in mare con a bordo i quattro membri della spedizione, Sorrio, Roho e qualche cassa di equipaggiamento subacqueo e
strumenti, e faceva rotta per il mare aperto sotto la luna: l'obiettivo era il relitto della "Silver Arrow", una nave della marina militare statunitense affondata inspiegabilmente alcuni anni prima.
Alberto Sorrio
Roho
Mike Simonsen capo spedizione
Peter Shaw membro spedizione
Allyson Pruitt membro spedizione
Andrew Scott membro spedizione
Hermann Schweitz un naufrago
Rex Wright L'agente impazzito (lato B)Il nostro amico Lord Rex Wright stava godendosi una tranquilla pipata, affondato in una poltrona di cuoio rosso del suo Club, uno dei più esclusivi di Londra. Era una notte piacevole e normalmente nebbiosa, il fuoco ronfava sommesso nel caminetto e lo sherry che Lord Wright scrutava pensieroso aveva decisamente il colore giusto.
Lord Wright si recava spesso in quel suo rifugio, dove aveva modo di incontrare gli amici dell'MI-5, colleghi dei tempi in cui operata al servizio di Sua Graziosa Maestà (-parola censurata- salvi la Regina!) nei luoghi più pericolosi dell'Impero e ovunque le sue doti intellettuali potessero giovare alle fortune del Regno Britannico. Proprio ad una fortunata serie di circostanze, grazie alle quali le sue qualità erano emerse in un frangente critico per le sorti Inglesi durante il II Conflitto Mondiale, Lord Wright doveva il titolo di baronetto e la Victoria Cross con cui Sua Maestà aveva voluto immeritatamente onorarlo. Quella sera egli ripensava al suo passato, che non giudicava avventuroso bensì "interessante", e si rammaricava che l'età e la pensione rendessero sempre più rare le occasioni di trovarsi al centro dell'azione. Attorno a lui il brusio sommesso degli altri soci del Club, alcuni dei quali terminavano di cenare nella vicina sala, creava un rumore di sottofondo che favoriva le riflessioni. All'improvviso un'ombra si mosse al suo fianco e vide che un altro socio lo aveva raggiunto davanti al caminetto: riconobbe la profonda voce di Sir James Phildare, che tuttora prestava servizio nell'MI-5, come capo sezione per l'Est Europa. "Salve, vecchio mio" esordì Jim, come Lord Wright amava chiamarlo, vista la differenza di età che c'era tra i due, "stavolta ho proprio bisogno di te!".
Spenta la pipa afferrato lo sherry, Lord Wright si dispose ad ascoltare di buon animo, e con un certo fremito interiore, il problema di cui Jim voleva parlargli. "Siamo nei guai" disse Jim, "Il nostro miglior agente a Berlino Est è riuscito a raggiungere l'Inghilterra con le prove dei coinvolgimenti del KGB nelle imprese di spionaggio militare accadute recentemente a Bonn, ma abbiamo dovuto renderci conto della realtà: è impazzito!!!" "Ha ucciso un nostro agente, non fidandosi delle sue credenziali, ed ora si nasconde in qualche zona del porto, qui a Londra, con la sua compagna Maxine. Non sappiamo come fare a contattarlo, temiamo che le sevizie subite prima della fuga da Berlino abbiano distrutto il suo equilibrio psichico. Ti andrebbe, vecchio mio, una passeggiata ai docks, stanotte?"
Lord Rex Wright
Sir James Phildare un amico di Lord Wright
Klaus Heidegger l'agente impazzito
Maxine Schmidt la sua donna
Henry Cotton un agente dell'MI-5
Kirk un marinaio del porto
Sean O'Connor gestore dell'"Anatra Ubriaca",
pub nei docks Dolly una passante frettolosa
Haakon La contea di Erik (lato B)Il giovane pescatore vikingo, Haakon, dopo essere fuggito dal villaggio di Orskog rubando l'imbarcazione di suo padre Harald, con l'unico scopo di togliersi lo sfizio di andare a pesca da solo, naufraga durante una tempesta. Ma la fortuna non l'abbandona, infatti egli approda in un'isola sconosciuta ed apparentemente disabitata. Dopo alcuni giorni passati ad esplorare il nuovo territorio, scopre una spiaggia con il relitto di una barca ancora in buono stato. Una volta accertatosi che non poteva trattarsi della propria imbarcazione incomincia a nutrire la speranza di incontrare qualcuno in grado di aiutarlo a lasciare risola. Entrato in una grotta nei pressi di un boscro scopre degli scheletri umani e poco lontano nota una lastra di pietra nel mezzo di un antro della grotta, spostata la lastra, rimane estasiato da ciò che appare ai suoi occhi, innumerevoli oggetti in oro con incastonate pietre preziose risplendono di luce propria, sicuramente si tratta del tesoro di qualche re, infatti tra le spade, collane, medaglioni c'è pure una corona tempestat di rubini. Dopo questa scoperta Haakon decide di mettere a frutto tutte le sue conscenze in campo nautico per costruire una barca e quindi tornare alla sua terra con l'inqualificabile tesoro trovato. Due settimane di duro lavoro bastano al giovane vikingo per rimettere a posto alla meno peggio il relitto della spiaggia, e ridargli il nome di barca. In una mattina dall'aria frizzante, con il vento che spirava verso est, Haakon salpa dall'isola in direzione della terraferma. All'imbrunire dell'ottavo giorno di navigazione finalmente avvista la costa all'orizzonte, l'emozione gli fa dimenticare la stanchezza e la fatica. Favorito da un cielo stellato, prosegue per tutta la notte il suo viaggio. Alle prime luci dell'alba si trova oramai vicinissimo alle pareti rocciose che scendono a picco sull'acqua, e, notando un'insenatura poco più a nord vi si dirige. Ora il giovane Haakon si sente al sicuro dai pericoli del mare ma non si può dire che sia completamente tranquillo, infatti un forte senso di disagio lo pervade. Sin da quando è giunto in prossimità della costa egli tenta di riconoscere il tratto di terra sul quale è capitato, ma purtroppo non riesce a notare nulla che gli ricordi il paesaggio vicino ad Orskog. L'unia cosa che gli resta da fare è nascondere il tesoro e andare in cerca di qualcuno in grado di dargli delle informazioni utili.
P.S.
Aggiungo che alle ore18:39 di oggi ho mandato il pdf del libicino allegato alla cassetta, lo scan della cassetta, e le screenimages.